In ordine gerarchico, secondo il canonico schema piramidale, gli attori dell’evento, in calcolata armonia con lo spazio – che è il modo di Tiso di interpretare il classicismo di De Mura, avvertito come più adeguato ad una tematica suscettibile di essere interpretata in chiave sentimentale. Proprio questi caratteri consentono ora di riportare nel più pertinente ambito dello stile giaquintesco i due bozzetti, dei quali la Presentazione di Gesù al Tempio trova anche un diretto riscontro, per quanto riguarda l’impostazione scenica, nel dipinto di analogo soggetto del Giaquinto di proprietà della Banca Cattolica di Bari, – simili i motivi architettonici con il tendone e l’arco trionfale, la scalinata e l’altare su cui sono poggiati un drappo e l’anfora, simile la disposizione delle figure, delle quali quella del sacerdote sembra una diretta ripresa ma simile soprattutto la caratterizzazione in chiave sentimentale del tema, ancorché impostato secondo un impianto classicheggiante.
È da tenere presente, riguardo a tale caratterizzazione, che Tiso dovette essere consapevole della funzione che quel ciclo tematico dedicato alla Vergine e organicamente incentrato sulle feste mariane ( attività della Vergine, Annunciazione, Visitazione, Purificazione, Assunzione, Presentazione di Gesù al Tempio) era destinato a svolgere nel rilancio della devozione mariana, allora, particolarmente rivolto a rinfocolare la religiosità e la pietà popolare.