I due bozzetti sono stati considerati preparatori a due delle tele che compongono il ciclo mariano realizzato dal Tiso verosimilmente nei primi anni sessanta per la chiesa dell’Immacolata di Casarano. Queste, tuttavia, hanno un formato diverso che non fa supporre un rapporto diretto con i bozzetti, che in certo senso appaiono come opere autonome. In realtà, nonostante alcune varianti e indipendentemente dalla perfetta corrispondenza di buona parte delle figure, è lo spirito che le caratterizza a sancirne la stretta analogia con la versione definitiva.
Rilevando a suo tempo nelle tele di Casarano una ripresa dell’attenzione verso la pittura di De Mura, ne avevo implicitamente evidenziato il diverso registro espressivo rispetto alle opere di impianto più decorativo.
Il cromatismo più piacevole – si accendono gli azzurri, i rossi e i verdi sotto l’azione della luce, che si fa più intensa sulla figura della Vergine bambina – e le sottolineature espressive – parla da sé nella Presentazione della Vergine al Tempio l’amorevole gesto di accompagnamento di S. Anna e l’atteggiamento di devota disposizione d’animo espressa dalle mani accostate al petto dalla Vergine, mentre il sacerdote ha già aperto le braccia in segno di accoglienza, così come nella Presentazione di Gesù al tempio l’atteggiarsi in raccolta preghiera della Vergine, che risalta a contrasto della animata partecipazione degli astanti e per l’intensità dell’azzurro del suo manto – si accompagnano ora ad un modo di comporre calibrato e pausato – si dispongono quasi in ordine gerarchico, secondo il canonico schema piramidale, gli attori dell’evento, in calcolata armonia con lo spazio – che è il modo di Tiso di interpretare il classicismo di De Mura, avvertito come più adeguato ad una tematica suscettibile di essere interpretata in chiave sentimentale.
Proprio questi caratteri consentono ora di riportare nel più pertinente ambito dello stile giaquintesco i due bozzetti, dei quali la Presentazione di Gesù al Tempio trova anche un diretto riscontro, per quanto riguarda l’impostazione scenica, nel dipinto di analogo soggetto del Giaquinto di proprietà della Banca Cattolica di Bari, – simili i motivi architettonici con il tendone e l’arco trionfale, la scalinata e l’altare su cui sono poggiati un drappo e l’anfora, simile la disposizione delle figure, delle quali quella del sacerdote sembra una diretta ripresa ma simile soprattutto la caratterizzazione in chiave sentimentale del tema, ancorché impostato secondo un impianto classicheggiante.
E’ da tenere presente, riguardo a tale caratterizzazione, che Tiso dovette essere consapevole della funzione che quel ciclo tematico dedicato alla Vergine e organicamente incentrato sulle feste mariane (Natività della Vergine, Annunciazione, Visitazione, Purificazione, Assunzione, Presentazione di Gesù al Tempio) era destinato a svolgere nel rilancio della devozione mariana, allora, particolarmente rivolto a rinfocolare la religiosità e la pietà popolare.